SACERDOTE
Sacerdote è un termine cultuale risalente all'Antico Testamento, che dunque esisteva già prima di Cristo, e designa colui che è al servizio di Dio. Le Sacre Scritture manifestano che i preti partecipano al sacerdozio di Cristo, che è proclamato "sommo sacerdote" nella Lettera agli Ebrei. I ministri di Cristo Sommo sacerdote nel tempo sono stati indicati anche come "presbiteri". Questo sinonimo deriva dal greco (presbyteros, da cui l'italiano "prete") e designa gli "anziani" (nel senso di "responsabili") della comunità. Dal Concilio Vaticano II, "presbitero" indica il secondo grado nel sacramento dell'Ordine, distinguendolo dagli altri due: il diacono e il vescovo. Nella propria funzione di presiedere la comunità, i sacerdoti devono unire i loro sforzi a quelli dei fedeli laici, comportandosi in mezzo a loro come il Maestro, che fra gli uomini "non venne ad essere servito, ma a servire e a dar la propria vita per la redenzione della moltitudine" (Mt 20,28). I sacerdoti devono riconoscere e promuovere sinceramente la dignità dei laici, nonché il loro ruolo specifico nell'ambito della missione della Chiesa.
I presbiteri si trovano in mezzo ai laici per condurre tutti all'unità della carità, "amandosi l'un l'altro con la carità fraterna, prevenendosi a vicenda nella deferenza" (Rm 12,10). In modo speciale devono aver cura di quanti hanno abbandonato la frequenza dei sacramenti o forse addirittura la fede, e come buoni pastori non devono tralasciare di andare alla loro ricerca.
"I fedeli, dal canto loro, abbiano coscienza del debito che hanno nei confronti dei presbiteri, e li trattino perciò con amore filiale, come loro pastori e padri; condividendo le loro preoccupazioni, si sforzino, per quanto è possibile, di essere loro di aiuto con la preghiera e con l'azione, in modo che essi possano superare più agevolmente le eventuali difficoltà e assolvere con maggiore efficacia i propri compiti". (dal decreto Presbyterorum Ordinis, Concilio Vaticano II).
Vedi anche MINISTERO SACERDOTALE.
SOVVENIRE
Il verbo 'sovvenire' entra nella vita della Chiesa grazie alla tradizionale indicazione del catechismo ('sovvenire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze') che indicava il dovere di partecipazione, anche economica, dei fedeli alla vita e alla missione della Chiesa. Oggi il termine indica il nuovo sistema di sostegno economico, adottato dalla Chiesa cattolica nel 1984, che si articola nei due strumenti di origine concordataria dell'8xmille e delle offerte per i sacerdoti. Prende il nome dal documento "Sovvenire alle necessità della Chiesa" del 1988, realizzato dai vescovi italiani alla luce del Concilio Vaticano II. Quest'ultimo indicava che "la Chiesa e la comunità politica sono indipendenti e autonome l'una dall'altra", "chiamate alla corretta collaborazione", mentre all'interno della comunità ecclesiale reintroduceva l'idea della Chiesa-comunione, animata dalla partecipazione, dalla carità operosa e dalla corresponsabilità, anche economica. E questo in modo che la Chiesa "possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l'onesto sostentamento dei ministri". Oggi "Sovvenire" è anche il nome del trimestrale d'informazione CEI sul sostegno economico alla Chiesa (www.sovvenire.it).
Vedi anche ACCORDO STATO E CHIESA DEL 1984.
STIPENDIO DEL PRETE
I sacerdoti al giorno d'oggi non ricevono alcuno stipendio dallo Stato. Sono infatti i fedeli che si fanno carico di provvedere alle necessità dei sacerdoti assicurando loro un dignitoso sostentamento. È il caso quindi di parlare non tanto di stipendio, bensì di una remunerazione.
Il principio di fondo è poi quello della perequazione, cioè il meccanismo che garantisce uguaglianza di trattamento per tutti i 39.000 sacerdoti inseriti nel sistema. Naturalmente uguaglianza non significa omologazione: ogni sacerdote riceve la stessa remunerazione a parità di servizio. Un parroco che ha diverse parrocchie, e che dunque ha maggiori spese per raggiungerle, riceverà per esempio un po' più di un altro che ha una sola parrocchia. Per avere un'idea in concreto di quanto riceve ogni mese un sacerdote, possiamo fare i due esempi estremi: un giovane prete appena ordinato riceve una remunerazione mensile di € 785, mentre un vescovo ai limiti della pensione riceve € 1.210. Risulta evidente che la forbice tra le due remunerazioni prese ad esempio è molto ridotta, nonostante le differenze di responsabilità e anzianità di servizio, proprio a testimonianza del principio della perequazione e del concetto di remunerazione.