SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Mons. Nunzio Galantino a 30 anni dalla revisione concordataria

“Il tema dell’amministrazione dei beni temporali riveste una grande importanza in ottica ecclesiale, perché tali beni servono la comunione e la missione che la Chiesa svolge nel mondo”. Lo ha ricordato il Segretario Generale della C.E.I., Mons. Nunzio Galantino, intervenendo mercoledì 12 febbraio a Palazzo Giustiniani di Roma, una delle sedi del Senato, al convegno […]
25 Febbraio 2014
“Il tema dell’amministrazione dei beni temporali riveste una grande importanza in ottica ecclesiale, perché tali beni servono la comunione e la missione che la Chiesa svolge nel mondo”. Lo ha ricordato il Segretario Generale della C.E.I., Mons. Nunzio Galantino, intervenendo mercoledì 12 febbraio a Palazzo Giustiniani di Roma, una delle sedi del Senato, al convegno A trent’anni dal nuovo Concordato 1984-2014. Tema della relazione, il cui testo è disponibile in allegato, L’esperienza della Conferenza Episcopale.

 
Il Vescovo Galantino nella sua relazione ha sottolineato come il rapporto tra Chiesa e beni temporali non sia un rapporto necessariamente conflittuale e ha citato la quinta delle Cinque piaghe della santa Chiesa di Antonio Rosmini. “La gestione dei beni temporali deve esprimere e servire quella comunione nella quale è costituito l’unico popolo di Dio”, ha sostenuto Mons. Galantino che ha affrontato anche il tema della collegialità dei Vescovi e del principio di sussidiarietà.
 
Dopo aver definito l'Accordo concordatario del 1984 “un ponte per il concreto dispiegarsi dei rapporti fra Stato e Chiesa”, l’intervento rimanda ai due ambiti relativi a beni ecclesiastici e sostentamento del clero; rapporti finanziari tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica e al grande l’impegno profuso dalla C.E.I. per l’attuazione in tempi rapidi di tutta la riforma.
 
In conclusione si legge:
 
“Le considerazioni svolte consentono di affermare che l’esperienza della Conferenza Episcopale Italiana nel corso dei primi trent’anni di operatività della l. 222 cit. è stata largamente positiva, sia nei confronti dello Stato e della società civile, sia nei confronti della comunità ecclesiale.
Nel rispetto del principio di corretta collaborazione nella libertà, che come è stato osservato rappresenta «l’anima del nuovo Concordato» (Nicora), è stato assicurato uno svolgimento sostanzialmente coerente e costruttivo delle linee ispiratrici generali della riforma, e una traduzione efficace in concrete ed aggiornate disposizioni esecutive.
La valorizzazione della Conferenza Episcopale Italiana nel quadro del dialogo e della collaborazione tra Stato e Chiesa cattolica si è dimostrata una felice intuizione, e potrà portare un molteplice e fecondo contributo affinché si realizzi concretamente il senso di collegialità che deve sempre animare lo stile e l’azione delle nostre Chiese".
 
All’appuntamento, organizzato dalla Fondazione Socialismo e introdotto da Pietro Grasso e Giuliano Amato sotto la presidenza di Luigi Covatta, hanno partecipato Carlo Cardia (L’esperienza dei governi italiani), Cesare Mirabelli (Trent’anni di giurisprudenza della Corte costituzionale e della Cassazione), Gianni Long (Trent’anni di intese con le confessioni diverse della cattolica), Agostino Giovagnoli (Il ruolo dei “decisori”), Attilio Nicora (La C.E.I. e la Santa Sede), Francesco Margiotta Broglio (L’attuazione dei principi costituzionali di libertà religiosa nell’Italia multi-confessionale) e Gennaro Acquaviva (Oltre il Concordato: stabilizzazione e crescita del ruolo della C.E.I.).