SERVIZIO PER LA PROMOZIONE DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA
della Conferenza Episcopale Italiana

Le parole del Giubileo: “q” come “questua”

L’abbraccio di Papa Francesco alla Chiesa luterana, il 1 novembre in Svezia, vale più di mille parole. Era il 1517 quando Lutero affisse sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg le 95 Tesi che riguardavano la questua delle indulgenze, ossia la raccolta organizzata di oblazioni, per ottenere le indulgenze. La riforma protestante è nata […]
21 Ottobre 2016
L’abbraccio di Papa Francesco alla Chiesa luterana, il 1 novembre in Svezia, vale più di mille parole. Era il 1517 quando Lutero affisse sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg le 95 Tesi che riguardavano la questua delle indulgenze, ossia la raccolta organizzata di oblazioni, per ottenere le indulgenze. La riforma protestante è nata proprio contro la vendita delle indulgenze, cioè la possibilità di ottenere la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati, grazie alla questua, offerte in denaro che servivano a sovvenzionare opere di apostolato. Solo pochi anni dopo il Concilio di Trento (1545-1563) ha soppresso per sempre la questua delle indulgenze, dichiarando che “nell'ottenere le indulgenze deve essere interamente abolito ogni turpe lucro”. La spaccatura tra la Chiesa cattolica e protestante a oggi non si è ancora ricucita. Ma di certo la visita compiuta da Papa Francesco per i 500 anni della riforma luterana ha assunto un grande significato ecumenico.
 
No alla questua per indulgenze, sì al Sovvenire per la Chiesa
La nostra Chiesa non è una casa di affari, la redenzione è gratuita, i sacramenti non sono in vendita. Lo ha affermato a chiare lettere un altro Concilio, il Concilio Vaticano II: “Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via” (Lumen Gentium, cap.1, §8). Le finalità della Chiesa sono di natura spirituale e mirano all’annuncio della parola di Dio e alla salvezza di tutti gli uomini e le donne. Ma per poter svolgere al meglio le proprie finalità e le attività pastorali e caritative, la Chiesa ha bisogno anche di aiuti economici. Pilastri della Chiesa restaurata dal Concilio Vaticano II siamo noi battezzati, consapevoli di dover partecipare attivamente al sostegno della nostra Chiesa. “Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” ha scritto san Paolo (2Cor 9,7). Ma quanti sono oggi i fedeli disposti a contribuire attivamente al sostegno economico della Chiesa?

8xmille a gonfie vele, mentre le offerte per il clero arrancano
Se guardiamo il percorso compiuto in questi oltre trent’anni, cioè da quando esiste il Sovvenire, ci accorgiamo che l’8xmille va a vele spiegate, mentre le Offerte deducibili segnano una brusca frenata. E’ più facile apporre la propria firma sulla dichiarazione dei redditi che metter mani alle proprie tasche per un’offerta libera.
Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti stentano a decollare anche perché sono pochi i sacerdoti disposti a chiedere ai fedeli di fare un’offerta libera e deducibile per contribuire al loro sostentamento. Questo è quanto emerge da una ricerca condotta su un campione di 650 sacerdoti rappresentativi del clero italiano (vedi grafico).
Educare tutti i fedeli alla corresponsabilità nei confronti della Chiesa è oggi un’esigenza primaria. Ben vengano dunque le giornate nazionali dedicate alle offerte per il clero, i bussolotti nelle Chiese, i bollettini con annessi conti correnti. Servono ad assicurare una stabilità di risorse ai nostri sacerdoti, per svolgere la missione pastorale con serenità. Ma al tempo stesso consentono alla nostra Chiesa di prevedere e programmare interventi ad ampio raggio ed essere sempre più missionaria.
 
Paolo Cortellessa