In un contesto sociale, culturale e politico quale quello odierno,
la comunicazione è parte integrante del vivere quotidiano. La rapida impennata dellistruzione e le trasformazioni di natura economica, sociale e tecnologica, hanno determinato un significativo incremento delle esigenze conoscitive della collettività sia in termini di quantità che di qualità di informazioni richieste. Di contro, una comunicazione inadeguata o addirittura assente, potrebbe essere intesa come volontà di celare informazioni di primaria importanza (poca trasparenza) o, peggio ancora, incapacità di informare (poca competenza).
In questo contesto, quindi, è fondamentale che la Chiesa comunichi. Questa è unattesa ed una richiesta della collettività stessa. Non cè affatto una saturazione.
Siamo bombardati tutto il giorno da una comunicazione ininfluente con notizie marginali, fatta da persone irrilevanti. Al contrario
quella della Chiesa è invece considerata una presenza importante con temi e messaggi sostanziali da trasmettere. Più che in passato sembra emergere la percezione che ci sia uno squilibrio tra il ruolo sociale, istituzionale, ma anche territoriale, locale che svolge la Chiesa e una certa carenza di presenza nellambito mediatico. Cè lattesa verso una comunicazione più presente e continuativa attraverso modalità e canali differenti.
La Chiesa quindi non deve avere paura di dire il proprio pensiero e divulgare il proprio messaggio perché questa è la sua ragion dessere. Fuori da questa prospettiva la Chiesa perderebbe anche un po della sua rilevanza. Papa Francesco in questo ci ha aiutato, facendo riscoprire uneloquenza del linguaggio fatta di gesti, ma anche di parole che ci dicono come la ripresa di comunicazione della Chiesa crea grande interesse, susciti una nuova forma di attenzione perfino in ambiti distanti che rimangono felicemente sorpresi da quello che la Chiesa è e che fa.