Navigando nelle testate on line di piccoli o grandi giornali, in prevalenza edizioni locali, è possibile leggere di progetti 8xmille appena inaugurati o già avviati e anche di sacerdoti inseriti nel sistema sostentamento clero, volano principale di queste opere.
Un esempio larticolo pubblicato su Romasette.it nel quale il parroco, padre Giuseppe, racconta la "sua" periferia e le risposte offerte dal Centro d'ascolto Caritas della parrocchia di Santa Rita a Tor Bella Monaca, ristrutturato grazie all'8xmille.
Il giornalista Christian Giorgio racconta una giornata a partire dalle 9.30.
Ad aspettare il loro turno ci sono uomini e donne, giovani e anziani. - Scrive Giorgio - In mano tengono stretto un bigliettino con un numero, preziosissimo: permetterà loro di bussare alla porta oltre il corridoio e di trovare aiuto. (
) Quella di Santa Rita è una parrocchia di periferia. Ma qui, nonostante questa parola sia entrata nel lessico familiare del pontificato di Francesco, i parrocchiani non la pronunciano con compiacimento. (
) Sul suo territorio, i residenti sono più di 25mila.
Uscire per andare in periferia dice Papa Francesco, e chi in periferia c'è già, cosa deve fare? si chiede quasi scherzando padre Giuseppe Piervincenzi, agostiniano, da otto anni parroco a Santa Rita. La risposta l'ha trovata andando casa per casa, girando per i quartieri, conoscendo la gente che si accosta ai servizi della Caritas parrocchiale: I poveri sono i nostri padroni diceva san Vincenzo de' Paoli. Sono scomodi, non vengono accettati, ma è con loro che bisogna parlare, creare relazioni. Oltre alla distribuzione dei pacchi alimentari e dei vestiti noi siamo qui per dire loro che non sono soli».
Larticolo continua citando ancora padre Giuseppe, arrivato a Tor Bella Monaca nel 77: Non è che una piccola boccata d'ossigeno quella che offriamo - afferma - ma serve a loro per avere quel minimo di sostentamento, e a noi permette di uscire; di metterci in discussione, di annunciare il Vangelo della carità che è parola di vita e di speranza.
Un'altra segnalazione viene da Il Messaggero.it dellUmbria dove la diocesi di Terni destina una parte dell8xmille alla San Vincenzo alla quale bussano decine e decine di famiglie in difficoltà. La San Vincenzo ternana, in oltre 60 anni di attività, non ha mai visto situazioni così disperate. Con i nostri interventi -afferma la presidente Antonella Catanzani-non riusciamo a risolvere i problemi in via definitiva ma molto spesso pagare una bolletta, una visita medica, le spese scolastiche o un affitto serve ad evitare anche gesti estremi dettati dalla disperazione.
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