Domande frequenti
21 Settembre 2017
Dove vanno le Offerte raccolte in Italia?
Le Offerte versate convogliano verso un unico luogo: l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), a Roma.
Come vengono distribuite e a chi sono destinate?
Da Roma l’ICSC ripartisce le Offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 35.000 sacerdoti diocesani: 33.000 preti in attività nelle 26.000 parrocchie italiane; circa 500 preti fidei donum, cioé sacerdoti diocesani in missione nei Paesi del Terzo mondo.
Esiste tuttora una forma di sostentamento del prete locale. Perché non basta?
È la quota capitaria. Ogni sacerdote può trattenere per sé dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro al mese per abitante. Metà delle circa 26.000 parrocchie italiane sono molto popolate, e ai sacerdoti non manca il necessario. Ma l’altra metà conta in media 1.000 abitanti, e i pastori ricevono 72,30 euro mensili, o anche meno. Per questo vengono in aiuto le Offerte per i sacerdoti da tutti gli altri fedeli italiani. Così si fa perequazione, cioè parità di mezzi e trattamento.
Perché le Offerte vanno a Roma e ogni parrocchia non provvede direttamente al suo prete?
L’Offerta è nata come strumento ecclesiale, in modo che tutti i fedeli sostenessero tutti i sacerdoti, specie quelli di parrocchie piccole o povere. L’Offerta, dal 1984, ha sostituito la congrua (stipendio assegnato dallo Stato ai preti) non solo nello spirito dell’autonomia tra Stato e Chiesa. Ma perché fosse piena la fraternità nella Chiesa. E per evitare disuguaglianze di possibilità tra parrocchie numerose e comunità più svantaggiate.
Quant’è il fabbisogno annuale della Chiesa Cattolica italiana per i sacerdoti? Quant’è il mensile di preti e vescovi?
Il fabbisogno annuale della Chiesa per il sostentamento del clero è di 552,4 milioni di euro (anno 2015). Si tratta di assicurare ai 35mila preti diocesani un minimo di 883 euro netti al mese, destinato ad un sacerdote appena ordinato, che arrivano a 1.376 euro netti per un vescovo ai limiti della pensione.
Perché donare l’Offerta per i sacerdoti, se c’è l’8xmille?
Le Offerte per i sacerdoti e l’8xmille sono nati insieme, con gli Accordi di revisione del Concordato nel 1984. Ma se l’8xmille è andato incontro ad una rapida diffusione, che oggi lo ha reso un mezzo ben noto per sostenere la Chiesa Cattolica, le Offerte sono uno strumento ancora poco usato, forse anche perché richiedono un contributo personale in più. Oggi le Offerte non arrivano a coprire il fabbisogno per il sostentamento del clero. E l’8xmille lo garantisce in modo determinante. Ma le Offerte sono un segno della vita ecclesiale e dell’unità dei fedeli. Per questo vale la pena promuoverle, con fiducia nella crescita di questa raccolta fraterna, che rivela il volto della Chiesa-comunione.
Perché le Offerte per i sacerdoti vengono dette anche “Offerte deducibili”?
Perché si possono dedurre dalla dichiarazione dei redditi ai fini del calcolo dell’IRPEF fino ad un massimo di 1.032,91 euro ogni anno.
Quanti sono oggi gli offerenti in Italia?
Sono circa 100.000 fedeli in tutta Italia. Non è una cifra paragonabile ai milioni di italiani che firmano l’8xmille
destinandolo alla Chiesa Cattolica. Ma è il primo passo di un fronte sempre più vasto, composto da quanti vogliono crescere nella fede, esprimendo in un dono consapevole la corresponsabilità verso la Chiesa. Li riunisce la rivista trimestrale “Sovvenire”, inviata ai sacerdoti e agli offerenti.
Perchè diventare un offerente?
L’amore è concreto e comporta piccoli sacrifici. L’Offerta è un dono che costa qualcosa in più. Ma è una scelta irrinunciabile sul piano umano e della fede.
È l’affetto verso i sacerdoti che fa compiere questa scelta. È l’esempio di quanti vediamo coi nostri occhi dedicarsi agli altri, che fa la differenza. La testimonianza viva cambia la mentalità e ci rende generosi.
Quando posso fare un’Offerta per i sacerdoti?
Tutti i giorni dell’anno, e può essere ripetuta anche più volte l’anno. Ognuno dona quanto può e quanto desidera.
Con chi posso parlare nella mia diocesi per avere maggiori informazioni sul sovvenire?
Le prime fonti sono il parroco, i componenti del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e, se presenti, gli
incaricati parrocchiali per il sovvenire, volontari impegnati nella formazione sui temi della corresponsabilità economica verso la Chiesa. Il parroco potrà mettervi in contatto con l’incaricato diocesano per il sovvenire. Il parroco può contattare l’incaricato diocesano per organizzare in parrocchia un incontro sul sovvenire, e chiedere testi e materiali di sensibilizzazione.
Per maggiori informazioni visita il sito: www.insiemeaisacerdoti.it e la pagina Facebook www.facebook.com/insiemeaisacerdoti .