Prefazione
Dono e Condivisione esamina i capitoli 8 e 9 della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi sulla colletta per i santi di Gerusalemme che, iniziata in Macedonia, si dovrebbe concludere a Corinto. Le tre parti del Quaderno affrontano il testo da diversi punti di vista: teologico, biblico, cristologico ed ecclesiologico. Commentando il ricco scritto paolino, in modo chiaro ed essenziale, lautore porta alla luce quei valori che sono alla base anche del sovvenire come la comunione, la corresponsabilità, la solidarietà. Valori tuttaltro che economici da promuovere innanzitutto con la testimonianza personale e che richiamano, inoltre, le comunità ecclesiali a sentirsi corresponsabilmente in comunione con tutta la Chiesa nella sua essenza ontologica e nella missione di annuncio di salvezza.
Ma in che modo si può realizzare tutto questo? La risposta è nelle pagine seguenti, che spiegano in modo efficace ed inequivocabile il profondo significato teologico del gesto del donare.
LApostolo, citando il Vecchio Testamento, ricorda ai Corinzi che Dio ama chi dona con gioia. Non con tristezza né per forza, ma con gioia. Perché? Perché è lunico modo in cui Dio fa dei regali: non per essere ripagato, né per dovere, ma solo per amore. Ecco allora che donare con gioia, a maggior ragione se ciò implica sacrificio, già restituisce gioia e instaura allo stesso tempo un prezioso rapporto con laltro.
Tra paradossi, che dimostrano che nulla è impossibile a Dio, e citazioni bibliche sottolinea un altro aspetto importante: ogni gesto di generosità, di sostegno verso il prossimo rappresenta un evento di grazia. Così nella vita di tutti i giorni, attraverso azioni solidali, vivendo in fraternità, mostrando la responsabilità verso laltro e la condivisione con laltro, non si fa altro che rendere grazie al Signore. Lascolto amorevole, un pasto caldo, il sostegno spirituale o anche lofferta in denaro sono gesti concreti graditi al Signore se riescono ad esprimere la tenerezza della Chiesa verso quel prossimo che bisogna amare come Gesù ci ha amati: donando e donandosi gratuitamente. Nessuna ricompensa verrà chiesta perché la gioia del dare già è una ricompensa. Ogni battezzato, se animato dallo Spirito, sia esso padre o madre di famiglia, giovane o anziano, sacerdote, volontario, religiosa o religioso è ben consapevole che qualunque atto di solidarietà offra sarà gradito a Dio, se ne renderà visibile il Suo amore.
Non ci si salva da soli. Ecco allora che venire in aiuto dei nostri fratelli, sovvenire alle loro necessità anche attraverso degli strumenti concreti come l8xmille o lofferta per il sostentamento dei sacerdoti, non deriva da un dovere, ma rappresenta una missione che scaturisce dal nostro battesimo. È la Grazia che chiede ad ogni cristiano di vivere nella condivisione, corresponsabilità e solidarietà.
Maria Grazia Bambino
Comunicazione formativa del Servizio promozione