Anche questanno il Campus ComuniDare, tenutosi a Roma presso la Fraterna Domus il 3/6 settembre giunto ormai alla sesta edizione, ha accolto i seminaristi del V e VI anno provenienti da ogni parte dItalia, con una partecipazione più consistente delle regioni del sud (in allegato la presentazione di Matteo Calabresi).
Se da un lato è gratificante vedere lentusiasmo e limpegno che i seminaristi hanno profuso nei quattro giorni intensi di lavoro, dallaltro preoccupa riscontrare la quasi totale ignoranza sia dei valori che dei meccanismi che delineano il sovvenire. Ma non ci si deve scoraggiare ed il buon esito confermato ogni volta ci sprona a continuare e a fare sempre meglio.
Il nuovo Presidente del Comitato, S.E. Mons. Donato Negro, pur essendo la prima volta che partecipava al Campus, si è subito amabilmente messo a disposizione dei seminaristi, riuscendo a confrontarsi praticamente con tutti e rivelando al meglio il suo essere pastore (nella rubrica Aspetti Pastorali in allegato la relazione).
Altre novità di questa edizione sono state: lesperto di diritto canonico prof. Giorgio Feliciani, che ha seguito sin dalle origini il nuovo sistema di sostegno economico; con le sue due relazioni ha, con competenza, esaminato i vari aspetti del sostentamento del clero. Questa edizione del Campus ha visto con piacere il ritorno di Mons. Luca Bressan che ha affrontato una lettura pastorale del delicato tema rapporto Chiesa e denaro.
Il terzo giorno, nella tavola rotonda che ogni anno vede alcuni direttori di uffici C.E.I. e leconomo ragionare insieme sulluso dei fondi 8xmille, questanno cè stata una novità: la presenza del direttore della Caritas Italiana, don Francesco Antonio Soddu, e questo ha comportato una particolare attenzione al tema della carità (una delle tre finalità previste dalla legge 222/85).
In generale i quattro giorni del campus sono stati momenti di studio intenso che hanno visto affrontare, con la necessaria competenza, tutti gli aspetti del nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa: dai valori pastorali, teologici, sociali e civili agli aspetti più propriamente tecnici: giuridici, economici, socio-statistici e di comunicazione.
Ricordiamo che la struttura del corso si basa su 13 ore di lezioni: 5 in sala plenaria + 8 in aula di cui 2 ore di lavoro di gruppo con esercitazioni pratiche e conseguente presentazione finale di un progetto da realizzare.
Quindi il Campus oltre ad essere luogo di didattica è stato anche un laboratorio esperienziale dove i giovani seminaristi, coadiuvati da incaricati diocesani esperti, hanno tradotto quanto appreso durante le lezioni in progetti operativi da realizzare. Vale la pena ricordare che nella scorsa edizione alcuni progetti presentati sono stati poi concretamente realizzati a livello diocesano.
Lauspicio è che, in futuro rettori sensibilizzino la partecipazione di un numero sempre più numeroso di seminaristi, capendo che il ruolo del Campus, come luogo di formazione integrativa, è ancora più essenziale visto al momento la primaria funzione educativa locale (seminari, facoltà teologiche) è alquanto scarsa.
Per maggiori dettagli sul programma svolto, per conoscere le esperienze passate (a riguardo sono disponibili anche dei video) si suggerisce di entrare nel portale
www.sovvenire.it .